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Yachtmaster Offshore

Yachtmaster Offshore

E’ finalmente giunto il tanto sperato traguardo. Venerdì 21 ho sostenuto e passato l’eame che mi dà la qualifica di Yachtmaster Offshore. Si tratta più di un inizio,che di un vero e proprio traguardo, dal momento che di esperienza da fare ne ho davvero molta.
Non posso credere quanto sia stato duro il percorso, quanti dubbi, insicurezze e questioni abbia sollevato dentro di me. A posteriori ovviamente non è stato niente di così arduo, ma che fatica starci in mezzo, attraversare le paure e le ansie.
L’esame si è svolto nella baia di Gibilterra, con un vento che andava sempre più crescendo con l’avvicinarsi della notte. Io e Joe abbiamo svolto gli esercizi richiesti (esercizi di vela principalmente, dato il forte vento). Tutto si è svolto in rilassatezza e questo ha tranquillizzato l’esaminatore. Dopo una cena a base di tagliatelle con zucchine e gamberetti siamo passati alla fase delle domande teoriche e dei quiz, fatti con il sorriso sulle labbra anche quando le domande erano impossibili (Dave, l’esaminatore lo faceva apposta per poi spiegarci cose nuove).
Appena prima che il vento salisse oltre i 30 nodi abbiamo terminato il tutto, felici e contenti.

Diario di un apprendimento #2

Diario di un apprendimento #2

Mi sono occupato di ansie e difficoltà nell’apprendimento degli adulti in un articolo scritto insieme a Dario Forti per Educazione Sentimentale n°13

In quell’articolo abbiamo operato una sistesi e posto alcune riflessioni sulle difficoltà che gli intervistati della ricerca sull’apprendimento ci hanno raccontato, muovendoci in uno spazio allo stesso tempo nuovo e familiare, cercando confronti teorici che ci illuminassero la via.

In un momento un pò delicato della mia formazione, del mio apprendere, mi trovo ora a rispondere a quelle stesse domande che avevo posto a professionisti impegnati in prima persona in un percorso lungo e difficile. In quel caso si trattava dei percorsi della Scuola di Ariele, mentre io oggi sto confrontandomi con dei corsi professionalizzanti di vela. Nonostante le differenze fra i casi trovo vissuti ed emozioni simili. Anche in un apprendimento tecnico come questo, la componente giocata dalla parte emotiva è notevole.

Sto attraversando momenti che giudico difficili. Mi sento ingarbugliato, a tratti stanco. Avrei bisogno di una pausa ma non me la posso permettere, l’esame finale è troppo vicino e sono pervaso da una certa ansia di finire in fretta, dovuta a ragioni economiche e dal desiderio di entrare nel mondo professionale della vela. Servirebbe un tempo di rielaborazione, anche a “mente spenta”, ma sento che non me lo posso permettere. Mi succede anche di essere stanco di parlare inglese. Ormai sono in grado di comprendere e discutere praticamente ogni argomento, e lo sto facendo da più di un mese. Ma a volte mi costa fatica e sento nostalgia di persone che parlano la mia lingua madre.

L’apprendere può sgnificare il più delle volte muoversi da una zona di comfort, del conosciuto e posseduto, verso una scomoda, faticosa zona di confine. Significa spostare il proprio limite, quindi esplorare, affrontare parti ostili di sè e dell’ambiente.

Senza pretese di completezza faccio un elenco di alcuni punti-chiave di queste difficoltà:

  • Zona di comfort: abbandono delle comodità e dei ciò che riesce facile, difficoltà del rimanere sotto stress, fatica psicofisica dell’apprendere in quanto lavoro
  • Gap: distanza tra ciò che si è e ciò che si vuole essere con tutte le distorsioni del caso, onnipotenza e ferite narcisistiche/senso di inadeguatezza, paura della valutazione.
  • Pensare di avere capito: ricadute ed errori, ricerca di scorciatoie e false credenze per paura di sbagliare e di non avere il tempo e le esperienze necessarie a creare automatismi
  • Velocità/Pressione: influenza di deadlines, steps, tabelle di marcia, aspettative personali e degli altri.
Cos'è il RYA Yachtmaster Certificate

Cos'è il RYA Yachtmaster Certificate

I certificati RYA sono considerati tra le qualifiche più utili e più credibili nel mondo dello yachting. Lo scopo dei certificati è verificare la capacità del comandante nel prendersi carico al 100% dell’imbarcazione che è chiamato a comandare: deve essere in grado di entrare in qualsiasi porto ben tracciato per la prima volta, con profondità sufficiente, di giorno o di notte; di ormeggiare in qualsiasi modo (banchina, boa, ormeggio) sia con l’utilizzo del motore sia puramente a vela; in oltre è una persona in grado di preparare una navigazione fornendo un briefing all’equipaggio su percorso e sicurezza e prendendosi carico della navigazione.

Esistono tre tipi di Yachtmaster: Coastal (navigazione nei pressi della costa) Offhsore (fino a 150 nm dalla costa) e Ocean (senza limiti)

L’esame di Yachtmaster

Per diventare Yachmaster è necessario superare un esame di abilità della durata di una giornata con un esaminatore che poi rilascerà un attestato valido per la Maritime and Coastguard Agency (MCA). Non è necessario fare un corso RYA per poter effettuare l’esame. E’ richiesta una certa esperienza e il superamento di alcune prove per essere considerati idonei: abilità di skipper, manovre in porto, nautica generale, navigazione oltre le 60 miglia nautiche, conoscenza e consapevolezza d della sicurezza a bordo,  la conoscenza della meteorologia,  IRPCS (sistema internazionale di prevenzione delle collisioni) e segnali di emergenza. Attraverso diverse prove si testa l’abilità del candidato in situazioni difficili, nel recupero dell’uomo a mare, nella navigazione cieca e nella gestione dell’equipaggio.

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