La mia casa è una valigia: cronache di un nomade

La mia casa è una valigia: cronache di un nomade

ho “rubato” questa immagine al blog http://paoloblog.com/2010/02/per-casa-una-valigia.html

E’ un anno che sono in viaggio e ancora non so quando fermarmi. La possibilità che mi sta dando l’isola (Los Roques) è anche quella di viaggiare per altre isole, in barca e in aereo.

Ho finito un certo tipo di lavoro e sto ora cercando di farne partire un altro. Si tratta sempre di professioni dal reddito incerto, progetti temporanei che mi fanno viaggiare per ora nei Caraibi, domani chissà.

Non credo che la motivazione che mi spinge a questo continuo cambiamento sia intrinseca al tipo di lavoro, o ad una carriera che spero di intraprendere. Potrebbe essere che inizio ad amare questo stile di vita, altrimenti non sopporterei con tanta leggerezza le scomodità di alloggio, nutrizionali, contrattempi e imprevisti. C’è un ritmo quasi inebriante nel seguire gli ondeggiamenti del caso.

Mi trovo in una condizione di distanza geografica ed esistenziale, di identità incerta. Intanto il tempo passa… e mi chiedo se perseverare con questo nomadismo, di occasione in occasione, di progetto in progetto abbia un senso.
Nomadi difficilmente si nasce, perlomeno nel senso moderno di nomadi digitali, o qualsiasi altra etichetta tenti di definire chi ha il privilegio di poter muoversi per il pianeta più o meno a piacimento.
Sto imparando a mie spese cosa serve per stare mesi e anni lontani da una casa… Ovviamente cosa serve a me.
Denaro: nè tanti nè pochi ma viaggiare costa e soprattutto i contrattempi costano. Viaggiare in paesi dove il costo della vita è molto basso aiuta, ma bisogna comunque stare attenti alle uscite. Ci si può improvvisare lavoratori, difficilmente in regola, e ancora più raramente in maniera stabile da garantire un certo risparmio, però si possono recuperare i soldi necessari alla prossima tappa e coprire le spese.
Macchinetta taglia barba e capelli: sistema il tuo look quando e dove vuoi tu. E’ un utile strumento che comunque non ti impedisce di andare dal parrucchiere. Da accoppiare a due specchi nel caso si operi da soli.
Smartphone. Più piccolo e comodo di un portatile gli smartphone intercettano le reti wireless e funzionano con reti GSM. Indispensabile per gli internauti.
Kit da cucito. Non sono un sarto, ma una riparazione di emergenza può aiutare. Sono piccoli e costano poco. E un ago, un bottone o le spille da balia servono per tanti utilizzi differenti.
Media Storage: in poco spazio la tua musica, i tuoi film e tutti i dati che ti servono. Si può uploadare e fare spazio dai computer degli amici che si incontrano. Con 1 Terabyte di dati devi menartela parecchio per dire che non ti bastano. Molto utili i piccoli speaker a batteria per ascoltare la tua musica in qualsiasi alloggio, anche il più temporaneo.
Quaderno di viaggio e agenda. Il primo lo uso come diario e per buttare giù appunti e idee. Il secondo per numeri telefonici, info. Funziona senza corrente.
 Macchina fotografica. Serve sempre quando non ce l’hai a portata di mano. Per questo non riesco a passare alle costose e ingombranti Reflex digitali. Se impermeabile meglio, non sai mai cosa può succedere al tuo bagaglio.
Attrezzi. un multitool come i coltellini svizzeri o le pinze Leatherman aiutano. Recentemente mi sono dotato di saldatore a gas (piccolo come una penna e funziona col gas degli accendini) e di adattatori per la corrente.
Libri. Ahimè la nota dolente. Pesano e ingombrano e durano poco… Per questo ho lasciato a casa il Don chisciotte e L’uomo senza qualità, anche se avrei avuto voglia di leggerli. Meglio comprare edizioni economiche e scambiarli o abbandonarli per far posto a nuovi. Ancora non sono passato agli ebook… ma sembra un passo inevitabile. Vi farò sapere.
Vestiti. Anche questi si abbandonano o regalano per far posto a nuovi. Soprattutto se si cambiano climi differenti. Viaggiare intorno all’equatore permette un equipaggiamento “leggero”. Fondamentali mollette, fili per il bucato e una sacca robusta di tela per gli indumenti sudici… Potrebbe passare del tempo prima di incontrare la prossima lavanderia.
Portarsi dietro articoli particolarmente costosi è sconsigliato. Possono danneggiarsi, essere rubati, venire persi più facilmente che vivendo in una casa, e il dolore è doppio… Non mi viene in mente altro per il momento, se non elastici, sacchetti di plastica (anzichè buttarli..), accendini (non solo per i fumatori)… D’altronde sono nuovo del settore, qualche altro viaggetto mi aiuterà a imparare meglio come ci si muove per il mondo.

0 Replies to “La mia casa è una valigia: cronache di un nomade”

  1. Ciao Fabio,
    ho scoperto il blog da Linkedin! Che dire, dalla biblioteca di Limbiate all’equatore centroamericano…un bel salto!
    L’importante è che girando, qualcosa resti. Se non moneta, sicuramente ricordi e sensazioni.
    Comunque, buon viaggio.

    ciao

    Pietro

    1. Ciao Pietro, grazie del commento! Per il momento ho ancora tanta voglia di girare e vedere scoprire, non so ancora cosa ci sarà dopo il Venezuela.. vedremo!

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