La storia di Fermìn

La storia di Fermìn

Nell’era della navigazione satellitare e della banda larga, ogni tecnica basata sui sensi umani ci sembra imprecisa e inaffidabile. Eppure ci dimentichiamo che con i suoi 5 sensi (aggiungiamone uno non meglio specificato, l’intuito) l’uomo ha circumnavigato il globo e compiuto imprese che oggi nessuno si sognerebbe di ripetere.

Una notte il solito Fernando, nel corso di una discussione sul rapporto tra strumento e tecnica, mi raccontò un aneddoto curioso su come si naviga in mare. C’è un capitano di nome Fermìn che per lungo tempo ha prestato servizio su una barca da rifornimento che operava sulla rotta La Guaira – Los Roques.

Si racconta che la precisione e la puntualità delle sue rotte fossero ineccepibili. Con le più diverse condizioni metereologiche percorreva le 166 miglia di navigazione in 12 ore. Ma la cosa più sorprendente era il suo strumento di navigazione, una cassa colma di birra e di ghiaccio sulla quale stava seduto mentre era al timone. Seguendo punti di riferimento solo a lui noti, con una precisione invidiabile ad ogni strumento costruito dall’uomo, alla 36.ma lattina di birra che accartocciava seduto al timone varcava la bocca di Sebastopol, l’ingresso sud dell’arcipelago.

0 Replies to “La storia di Fermìn”

  1. solitudo e memento, perchè coniugare è opzionale.
    non so perchè, ma continuo a credere alla storia della meticcia a uànza gonfia che compare nella foto di fianco a te.
    chiamerai tuo figlio vasques e lo porterai alla ricerca dell’aragosta bianca. sarai bronzè tuentiforseven e avrai la barba incolta da perito marinaio. chissà, forse sarai anche il nuovo achab.

    il mondo è nelle tue mani, l’ho sempre creduto.

    manchi, ma è bello saperti dove transitano stralci di caravella portoghese. stai attento ai barracuda. ricordati che stivi (non lu babbuni) ha visto una pastinaca (non napoli) e poi è morto. no, ma nuota tranquillo eh.
    ti abbraccio. forte. così senti il calore fin là quando tira vento.
    muà

    1. Stavo replicandoti in questa finestrella quadrata ma tutto stava andando troppo bene e per i fatti suoi e ho finito per scrivere il post Los Loches. Sei speciale, la tua intelocuzione accende sempre la mia ispirazione, non so spiegarlo.
      A dire il vero in questo periodo non so spiegare un pò troppe cose, forse è solo una scusa per la mia pigrizia….

      Ti rimbalzo l’abbraccio caliente, in questo periodo c’è poco vento, ma me lo riprendo a settembre quando ci vedremo, presto presto!

      intanto alla facciazza tua, i barracuda me li mangio alla griglia seduto a godermi il venticello della piscina di corallo.

      bacio

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